ECHINODERMI DEL FELTRINO

In questo articolo daremo uno sguardo ad una grande famiglia di animali, gli ECHINODERMI, focalizzandoci soprattutto su quelli che si trovavano nel nostro territorio, prenderemo spunto da pubblicazioni scientifiche e dalla CARTA GEOLOGICA.

ECHINODERMI, UN CESPUGLIO DI SPECIE

L’anno scorso scrissi un articolo sui ricci di mare detti echinoidei o anche echinidi (clicca qui),  che sono uno dei rami della famiglia degli echinodermi. Per facilitarci nella comprensione dobbiamo immaginarci un albero, o ancora meglio, un cespuglio. Questo cespuglio (o phylum, termine utilizzato in biologia) lo chiamiamo ECHINODERMATA, da subito abbiamo due rami (o subphylum);uno chiamato ELEUTHEROZOA,  si divide  in altri due rami (o superclassi); il primo, chiamato ASTEROZOA, si dirama a sua volta in tre rami (o classi):  gli ASTEROIDEI, cioè le stelle marine, gli OPHIUROIDEI, le stelle serpentine, e gli SOMASTEROIDEI, un tipo di stella marina estinto. La seconda superclasse che si chiama ECHINOZOA, essa si divide in altri due rispettive classi, gli ECHINOIDEI e gli HOLOTHUROIDEI, cioè i cetrioli di mare. Inoltre, il subphylum CRINOZOA  ha un solo rametto, la classe dei CRINOIDEI o anche detti gigli di mare.

Echinodermi

PASSEGGIANDO IN SPIAGGE ANTICHE

Come ben sappiamo non abbiamo testimonianze relative al periodo triassico, perchè nel Feltrino affiora solo la Dolomia Principale (roccia triassica, del Norico) e trovare echinodermi in essa è altamente improbabile. Con la nostra macchina del tempo dobbiamo quindi andare nel Giurassico, nel periodo del Lias e del Dogger, quando si stavano depositando i fanghi calcarei che avrebbero dato origine ai calcari grigi di Noriglio e ai calcari oolitici di San Vigilio. In queste formazioni, come riporto nelle note illustrative del foglio 22 ‘Feltre’, si possono trovare ENTROCHI. Cosa sono gli entrochi? beh sono i vari elementi calcarei che costituiscono il gambo di un crinoide, se ne possono trovare in gran quantità, le dimensioni sono solitamente dell’ordine dei millimetri, ma a volte possono arrivare al centimetro. (Clicca qui per vedere un campione di calcare oolitico digitalizzato) Si presentano come delle placchette calcaree, a volte rotonde a volte a forma di stella oppure quadrate, facilmente riconoscibili anche sui massi di calcari Grigi delle Vette Feltrine.

Nel cretaceo la situazione si fa più interessante con la scaglia rossa, se si legge la carta geologica si trovano elencati ben due specie diverse di echinidi, quindi di ricci di mare. I primi che troviamo indicati sono i Stenonaster tuberculatus, si tratta di un riccio di mare irregolare molto bombato, che lo rende caratteristico, la parte ventrale è appiattita e presenta l’apparato boccale e l’orifizio anale quasi sullo stesso piano.

Stenonaster tuberculosus (Desor,1858), periprocte, coniacien, Murcia, Espagne, 47mm Stenonaster tuberculosus (Desor,1858), oral, coniacien, Murcia, Espagne, 47mm

Stenonaster tuberculosus (Desor,1858), apical, coniacien, Murcia, Espagne, 47mm
Stenonaster tuberculosus (Desor,1858), apical, coniacien, Murcia, Espagne, 47mm

I secondi che sono elencati sono i Rispolia subtrigonata, anche questi presentano una forma caratteristica, difficilmente si possono confondere con gli Stenonaster, presentano una forma a cuore, sono bombati e l’orifizio anale è posto sopra la metà dell’altezza del riccio. Presenta una forma abbastanza caratteristica.

Stegaster subtrigonatus (Catullo,1827), periprocte, Coniacien, Cieza, Murcia, Espagne, 20 mm Stegaster subtrigonatus (Catullo,1827), apical, Coniacien, Cieza, Murcia, Espagne, 20 mm

Stegaster subtrigonatus (Catullo,1827), ambital, Coniacien, Cieza, Murcia, Espagne, 20 mm
Stegaster subtrigonatus (Catullo,1827), ambital, Coniacien, Cieza, Murcia, Espagne, 20 mm

Non ci sono solo questi ricci nella scaglia rossa, grazie ad una ‘recente’ scoperta, pubblicata nel 2005, si è stabilita la presenza di una terza specie di riccio nel mare tardo cretaceo/eocenico, l’Ovulaster protodecimae, appartiene alla famiglia dei spatangoidi, questo riccio presenta una forma triangolare e si presenta molto carenato con la parte apicale messa in rilievo.

Immagine da GIUSBERTI, FANTIN & BUCKERIDGE 2005. Nr 6-7 provenienti da Facen
Immagine da GIUSBERTI, FANTIN & BUCKERIDGE 2005.
Nr 6-7 provenienti da Facen

Un altro livello con echinidi, ma non noti, è quello della formazione di Priabona, purtroppo non sono riuscito a trovare informazioni relative.

Scorrendo il dito sulla carta, ecco arrivare l’Oligocene con la Glauconia di Belluno, che dire, subito cade l’occhio su un nome evidenziato: Echinolampas! Gli Echinolampas sono dei ricci irregolari, visti dall’alto hanno una forma che ricorda una lampada o una campana allungata, la parte ventrale tende verso l’interno, il disegno del fiore è ben definito dai fori ambulacrali ed è in rilievo. (Clicca qui per il modello 3D)
Un’altra specie elencata sono le scutelle, ricci di mare piatti dalla forma circolare con il loro caratteristico disegno del fiore. In seguito vedremo quali.

Scutella subrotundaeformis Schauroth,1865 - Miocène inférieur, Santalibera di Malo, Vicence, Italie, 50 mm
Scutella subrotundaeformis Schauroth,1865 – Miocène inférieur, Santalibera di Malo, Vicence, Italie, 50 mm

Nella formazioni del Langhiano – Acquitaniano troviamo le Scutelle pseudosubrotundaeformis, scutelle dal diametro anche di 8 cm, presentano l’apparato boccale e anale a poca distanza e i fori ambulcrali disegnano sulla parte superiore un bel fiore. Questa la possiamo trovare anche nelle marne del Miocene inferiore, anche associata alla scutella scurellensis (a quanto è noto in Valsugana).

 

Altri ricci interessanti trovati nelle zone della pedemontana sono diverse specie di spatangoidi miocenici e di pericosmidi, purtroppo di loro non abbiamo fonti bibliografiche per poterne discutere.

Bibliografia

Carta geologica Foglio 22 “Feltre” e relativa nota

Giusberti, L., Fantin, M., & Buckeridge, J. (2005). Ovulaster protodecimae n. sp.(Echinoidea, Spatangoida) and associated epifauna (Cirripedia, Verrucidae) from the Danian of northeastern Italy. Rivista Italiana di Paleontologia e Stratigrafia111(3), 455-465.

Echinologia.com

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Mattia CurtoMATTIA CURTO: Studente di Beni Culturali, indirizzo archeologico presso l’Università degli studi di Trento, socio del Fondaco per Feltre e cofondatore del gruppo Sass Ruis. Grande appassionato di archeologia e paleontologia.

Pubblicato da Mattia Curto

Studente di Beni Culturali, indirizzo archeologico presso l'Università degli studi di Trento, socio del Fondaco per Feltre e cofondatore del gruppo Sass Ruis. Grande appassionato di archeologia e paleontologia.