ELEFANTI NEL VENETO

Tempo fa, per un esame, mi ritrovai a studiare i Mammuthus e i Palaeoloxodon, due generi di elefanti preistorici abbastanza noti al grande pubblico, in particolare cercavo tracce di attività di macellazione da parte umana o di prerdazione etc. La ricerca prendeva tutto il bacino del mar Mediterraneo, quindi anche l’Italia, una delle zone con la più alta frequenza di pachidermi di ogni forma era il Lazio e le Marche, ma notai ben tre rinvenimenti di Mammuthus anche in Veneto. I rinvenimenti sono per di più vicini a noi, uno a Vidor, a Steggio nei pressi di Possagno e uno ad Asolo!

Definiamo cos’è un Mammuthus

Spesso se sentiamo parlare di Mammuthus, ci immaginiamo una montagna di pelo con due zanne lunghe e molto ricurve, in realtà solo l’ultimo esponente del genere Mammuthus era così, il Mammuthus primigenius, il famoso mammut lanoso.
Il genere Mammuthus si sviluppa in Asia, infatti condivide molte caratteristiche dell’elefante indiano, come la della schiena e la forma del cranio.
Le specie che sono state individuate nella penisola italiana sono:

Mammuthus meridionalis: Questo mammuthus arrivò tra i 2,6 milioni di anni fa. Il suo areale era molto esteso e viveva in un periodo ancora caldo, ancora subtropicale, ma con tendenza al calo delle temperature, molto probabilmente non era peloso.

Mammuthus meridionalis
Mammuthus meridionalis – illustrazione di Jagroar (link)

Mammuthus trogontherii: Diffuso in gran parte d’Europa, anche se prevalentemente in Europa centro-settentrionale, generalmente preferisce un ambiente di tipo arido.

Mammuthus trogontherii - illustrazione di Dmitry Bogdanov
Mammuthus trogontherii – illustrazione di Dmitry Bogdanov

Mammuthus primigenius: Questo è il famoso “elefante lanoso”, in Italia fa la sua comparsa nel Pleistocene medio (stadio isotopico 6). Questo mammuthus fa la sua comparsa a livello mondiale ben 1,5 milioni di anni fa per poi estinguersi circa 3500 anni fa nell’isola di Wrangel (mentre nel Mediterraneo, in India e in Oriente si sviluppano grandiose civiltà). Le dimensioni di questo mammuthus erano di 2.8 – 3.5 m al garrese e di 4.5 m di lunghezza.

Mammuthus primigenius
Mammuthus primigenius

RINVENIMENTI NEL VENETO

Trovare delle formazioni che contengano reperti di animali continentali non è proprio facilissimo, come scritto in un articolo precedente (clicca qui), affinché un animale morto (o vegetale) si conservi nel corso dei secoli deve essere sepolto molto velocemente, in modo che le ossa non vengano consumate per svariati motivi, poi un animale morto in zone non “protette” diventa molto presto una miniera di sali minerali per diversi animali, dagli scoiattoli ai cervi; per non parlare poi di come gli altri elefanti spostino le ossa, in una sorta di rituale, sono stati osservati diversi esemplari in Africa accarezzare o avere cura in qualche modo dei resti di altri elefanti. I ritrovamenti sono stati a Vidor, Asolo e Possagno e si può ben immaginare che in origine NON erano in mezzo ad una prateria, ma l’animale è morto in acqua.

Il Mammuth (Mammuthus primigenius) di Vidor è stato rinvenuto nella cava Codello (TV) nel 1974, L’animale risale al Pleistocene superiore (glaciazione würmiana, 70.000 – 20.000 anni fa). L’esemplare è di sesso maschile, raggiungeva l’altezza di 3,5 metri alla spalla e aveva 35 anni.

Foto allestimento con i resti del mammut di Vidor nel museo di Crocetta del Montello
Foto allestimento con i resti del mammut di Vidor nel museo di Crocetta del Montello

Nella seconda metà del 1800 nei pressi di Asolo viene rinvenuto un Mammuthus primigenius in associazione di reperti musteriani (quindi prodotti dall’Homo neanderthalensis). L’animale deceduto circa tra i 32 e i 35 anni di età per cause violente (è stato cacciato).

Il Mammuthus di Asolo ha una storia interessante, si lega a Feltre grazie al suo primo studioso: Giorgio Dal Piaz. La carcassa fu trovata da uno scolaro locale di nome Pacifico Scomazzetto nei pressi del torrente Erega insieme a moltissimi frammenti di industria litica musteriana. Sappiamo che era un Mammuthus primigenius di 32-35 anni.

Elementi ossei giunti fino a noi del mammut di Asolo
Elementi ossei giunti fino a noi del mammut di Asolo

OK, BELLA LISTA, MA CHE NE TRAIAMO?

Ho fatto questa lista della spesa di Mammuthus, non mi sono espresso molto su di loro, d’altronde se dovessi scrivere un trattato sul comportamento dei mammut basandomi sull’osservazione degli elefanti attuali ne verrebbe fuori un saggio molto lungo e pesante, inoltre svierei l’argomenti sui mammut veneti. Il fatto che nelle vicinanze della nostra provincia siano stati trovati ben TRE esemplari, dovrebbe farvi sorgere la domanda: “e da noi?”; come scritto in un precedente articolo (clicca qui) è difficile per noi avere dei dati del periodo prima e durante le glaciazioni (salvo non parlare delle sommità delle montagne, i ghiacciai del Piave, del Brenta e del Cismon hanno eroso TUTTI i sedimenti  del Pleistocene e altri; Però possiamo comunque  ipotizzare che i mammut c’erano da noi, da qualche parte son pure passati dall’Europa centrale per arrivare e colonizzare la penisola italiana, dobbiamo immaginare un immagine quasi bucolica, dei grandi pachidermi che pascolano in tutta tranquillità nel feltrino, tra le radure e nei pressi dei corsi d’acqua, radunati in mandrie che si spostano con le stagioni, e intorno a loro altri grandi animali e perfino i neanderthal che si incamminano sul monte Avena per recuperare della selce.

Bibliografia:

Dal Piaz G. (1922). Sull’esistenza dell’uomo paleolitico nel Veneto. Utensili di selce e
resti di Elephas primigenius scoperti nelle alluvioni del Musone (Asolo). Mem.
dell’Istit. Geol. R. Univ. Padova VI, 3–12.

Gioia P. (2004). Elefanti a Roma. Palombi Editore S.r.l., Roma

Mussi M., & Villa P. (2008). Single carcass of Mammuthus primigenius with lithic artifacts in the Upper Pleistocene of northern ItalyJournal of Archaeological Science35(9), 2606-2613.

Paolillo A. (2004). Guida del Museo di Crocetta del Montello “La Terra e l’Uomo”. Danilo Zanetti Editore, Caerano di San Marco (TV)

Reggiani P., & Sala B. (1992). I mammut del VenetoMemorie di Scienze Geologiche44, 171-191.

Reggiani P. 1999. The elephant Archidiskodon meridionalis (Nesti, 1825) from the Lower Pleistocene of Steggio (Possagno, Treviso, north-east Italy). Soc. Paleont. Ital. 38 (1): 109-119.

 

Mattia CurtoMATTIA CURTO: Studente di Beni Culturali, indirizzo archeologico presso l’Università degli studi di Trento, socio del Fondaco per Feltre e cofondatore del gruppo Sass Ruis. Grande appassionato di archeologia e paleontologia.

Pubblicato da Mattia Curto

Studente di Beni Culturali, indirizzo archeologico presso l'Università degli studi di Trento, socio del Fondaco per Feltre e cofondatore del gruppo Sass Ruis. Grande appassionato di archeologia e paleontologia.