IL FLYSCH DI BELLUNO: UN’EVIDENZA DELLE CORRENTI DI TORBIDA

Ciao a tutti!! Oggi parleremo di due cose che solo apparentemente sembrano distinte fra loro, infatti un processo è diretta conseguenza di un altro e a dirla tutta, entrambi questi processi derivano da un terzo fenomeno, a monte di questa catena ( proprio un termine appropriato 🙂 ). Questi fenomeni naturali si sono verificati e si verificano tutt’oggi nei mari e negli oceani di tutto il mondo e in tempi molto lontani accadevano anche qui da noi, nel Felrino e Bellunese, quando ovviamente c’era il mare. Stiamo parlando delle correnti di torbida, delle specie di frane sottomarine (ma che frane non sono) composte sia da materiale grossolano che da materiale più fine, dove per materiale si intende ghiaia, sabbia e argilla, queste correnti possono essere generate da terremoti che “mettono in moto” masse di sedimento instabile lungo la scarpata continentale ( una specie di discesa subaquea) e che arrivano a ricoprire chilometri e chilometri di fondo marino. Ma come facciamo a dire che da noi accadevano cose del genere? Che prove abbiamo? Semplice, osservando una particolare formazione rocciosa chiamata Flysch di Belluno, che affiora in tutto il vallone Bellunese, a volte con spessori considerevoli. E’ proprio osservando da vicino gli strati di questa successione sedimentaria, che troviamo le evidenze delle correnti di torbida,infatti il flysch altro non è che una torbida litificata.

Uno sguardo ravvicinato al flysch…

Guardiamo ora in dettaglio questa roccia, sia dal punto di vista delle strutture contenute in essa che della sua formazione. Iniziamo con il dire che il Flysh del nostro vallone ha un’eta Eocenica ( circa 50 milioni d’anni), proprio in quel periodo siamo nella fase meso-alpina dell’orogenesi ( vedi qui ), di conseguenza quelle che sarebbero poi state le nostre montagne, crescevano lentamente ma inesorabilmente, emergendo pian piano dal mare ed iniziando ad essere erose dagli agenti atmosferici. I sedimenti erosi venivano così trasportati dalle correnti fino al mare, dove si depositavano sulla scarpata continentale e ogniqualvolta c’erano dei terremoti ( dovuti alle spinte tettoniche), questi si staccavano dal fondo “colando” in gran velocità nel sottostante bacino di avanfossa ( per vedere cos’è guarda qui ). Ogni singola colata rappresentava un singolo evento torbiditico, dunque, ogni evento si sovrapponeva l’uno all’altro generando così il grosso “pacco” di strati che oggi possiamo osservare sul nostro territorio. Una corrente di torbida è un trasporto di materiale che avviene in sospensione in mezzo liquido del materiale stesso e con una certa turbolenza (data dall’attrito del corpo con la massa d’acqua circostante),  è costituita da una testa, da un corpo e da una coda.

frana di torbida
schema di corrente di torbida. Immagine tratta da www.alexstrekeisen.it

Quando il flusso si trova nelle parti alte del pendio la corrente acquista velocità e può erodere il fondo, mentre alla base del pendio rallenta perdendo la capacità di trasporto abbandonando gran parte del suo carico. Vi sarà un tratto intermedio in cui si verificano condizioni di equilibrio dove il flusso sarà stazionario ed uniforme. La parte più avanzata della testa è leggermente sollevata dal fondo a causa dell’attrito, c’è del fluido che si insinua sotto di essa formando dei vortici e mescolandosi con la torbida stessa, la testa dunque è la parte più turbolenta, infatti abbiamo moti ascendenti nella parte superiore e discendenti in quella inferiore. Il corpo invece è quella parte dove si trova la maggior parte dei materiali sospesi. Abbiamo visto , come la torbida sia un evento innescato in un arco di tempo breve e quando la corrente trova una zona pianeggiante, non ha più l’energia necessaria per proseguire nella sua corsa, arrestandosi. E’ proprio quando si arresta che abbiamo la differenziazione a zone del materiale che trasportava, in pratica, dei granuli con una certa dimensione, grazie ad attrito e gravità,si depositano tutti in un’unica zona, diversamente da altri più piccoli o più grandi che si depositano in altre ancora. Nei flysh questa differenziazione è ben visibile e in gergo geologico si chiama serie di Bouma, la sequenza è caratterizzata da 5 intervalli dal basso verso l’alto:

 

serie di bouma
schema della sequenza di Bouma, tatta da www.alexstrekeisen.it

a: Costituito dal materiale più grossolano e presenta una gradazione, infatti per gravità i materiali più grossi si depositano più in basso di quelli più fini, ci sono però anche grani fini perchè la corrente in quelle condizioni non è in grado di separare tutti i granuli.

b: Intervallo a laminazione parallela.Qui la corrente si è alleggerita del materiale più grosso, non è più la gravità a farla da padrone, ma la è corrente che esercita una trazione sui granuli stessi, abbiamo infatti un regime trattivo.

c: Si osservano laminazione incrociate, ovvero delle specie di piccole creste grenerate sempre dalle correnti che però sono meno intense dell’intervallo precedente.

d: Qui il materiale è più fine ancora (silt), la velocità della corrente è ormai bassa. Troviamo lamine parallele che però non si sono generate grazie alla corrente ma per decantazione del materiale di coda della torbida.

e: Il materiale più fine in assoluto di tutta la sequenza ( fango).

Tutta questa sequenza torbiditica è delimitata al tetto e alla base da materiale che si è depositato in un ambiente tranquillo, senza nessuna torbida che perturbasse la zona. Gli strati di arenaria giallastra che si vedono nel nostro Flysch, non rappresentano altro che la parte costituita da materiali più grossolani della sequenza di Bouma. C’è da dire che nel Feltrino rispetto al Bellunese, le sequenze di Bouma sono composte prevalentemente di materiali fini, questo fatto si può ricondurre alla maggior distanza della zona di provenienza delle torbide, difatti i materiali fini essendo poco pesanti sono trasportati anche per lunghissime distanze rispetto agli altri.

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è evidente l’altrenanza tra gli strati di arenaria giallastra e quelli della serie di Bouma (grigi). Torrente Caorame

Altri tipi di strutture osservabili

Prima abbiamo detto che nella testa della torbida vi sono dei vortici e dei moti ascendenti e discendenti. Dobbiamo pensare che questi vortici coinvolgono anche il materiale sospeso e quando i granuli in fase discendente vengono a contatto con il fondo ( nel nostro caso l’arenaria giallastra) creano dei solchi, che possono essere lunghi o corti a seconda del tempo di contatto con il fondo. Inoltre questi solchi possono avere strutture diverse a seconda del processo trattivo, vediamone alcune.

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esempio di groove cast. Torrente Caorame

Groove cast:  è una controimpronta ( negativo dell’impronta vera e propria). Se ne vedono molte nella frazione arenacea giallastra del nostro flysh e assomigliano a tante linee sulla superfice dello strato, sono dovute ad un oggetto trascinato sul fondo.

 

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esempio di chevron cast. Torrente Caorame

Chevron cast: controimpronte da trascinamento a forma di lisca di pesce. Nella foto si possono notare le “spine” laterali e un sottile solco centrale, sono generate dall’incontro di un insieme di granuli (e trascinamento di questi), con la corrente.

 

 

Non tutte le strutture che vediamo nel flysch sono generate da granuli, infatti ci sono anche dei tubuli creati da dei vermi che setacciavano il fondo marino in cerca di nutrimento, questi tubuli prendono il nome di bioturbazioni. In realtà in origine erano delle piccole gallerie che solo in seguito si sono riempite di sedimento ed è proprio per questo motivo che oggi le possiamo riconoscere.

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esempio di bioturbazione. Torrente Caorame
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Particolarità: resti vegetali fossili nella frazione arenacea, torrente Caorame

 

Bibliografia:

Sedimentologia e stratigrafia, moodle2.units.it/mod/resource/view.php?id=9610, 17/10/2016

D. GIORDANO, L. TOFFOLET, Il paesaggio nascosto, Santa Giustina (Bl), Parco delle Dolomiti Bellunesi, 2002

 

[author] [author_image timthumb=’on’]http://sassruisfeltre.altervista.org/wp-content/uploads/2016/07/IMG_0425-e1469188618101.jpg[/author_image] [author_info]studente di geologia, appassionato di minerali e fossili[/author_info] [/author]

 

Pubblicato da Vittore Perenzin

Geologo e appassionato di fossili e minerali.