GLI SCAFOPODI

Ciao a tutti!! E’ da un po’ che non ci si sente, spero vada tutto bene! Questo articolo sarà breve, ma toccherà un argomento abbastanza inusuale che non sempre, all’interno della disciplina paleontologica, “salta all’occhio”. Dunque abbiamo già capito che parleremo di Paleontologia e fino ad ora, quando ci siamo appunto occupati di Paleontologia, vi abbiamo sempre presentato organismi “noti” come le ammoniti, le belemniti, i brachiopodi ecc.. Organismi possessori di un aspetto che non trae in inganno e che quando li osserviamo ci fanno affermare con sicurezza: “beh, quella è una belemnite” piuttosto che “beh, quella è un’ammonite”. Solitamente ad una  determinata forma dell’animale, corrisponde una sua ben precisa funzione nell’ambiente circostante e sempre per citare l’esempio delle ammoniti, queste erano dei molluschi cefalopodi che avevano un guscio esterno a spirale formato da camere interne vuote riempite da gas, le quali servivano per far fluttuare l’animale all’interno del mare. Tuttavia ci sono delle volte in cui le forme di un organismo che si sta osservando, traggono in inganno, portano cioè ad una errata interpretazione riguardante il tipo di funzione che ha l’animale nell’ambiente. E’ questo sicuramente il caso degli Scafopodi, che tutto fanno pensare forchè a dei molluschi, si, perchè gli scafopodi sono proprio dei molluschi imparentati con i gasteropodi ( le chiocciole per capirci). Se si va a fare una passeggiata nelle zone boschive o nei greti dei torrenti dei dintorni di Feltre, non è raro osservare affioramenti di rocce argillose grigiastre, che francamente assomigliano di più ad accumuli di fango indurito, quelle sono le rocce più recenti della vallata feltrina e sono tutte mioceniche ( vedi qui ). Ed è proprio su quelle rocce morbide e friabili che talvolta si possono osservare come degli aculei bianchi e striati, ad una prima vista potrebbero sembrare dei segni fatti da qualche animale o da qualcosa, ma se ci si avvicina abbastanza si capisce che sono dei fossili. Fossili di cosa però? Le prime volte, quando di tanto in tanto mi capitava di osservare quei “segni”, li interpretavo come aculei fossili di ricci di mare oppure come una specie di coralli, ma poi, facendo delle ricerche ho scoperto che erano proprio gusci fossili di molluschi scafopodi.IMG_2194

Osserviamoli nel dettaglio

Il guscio di questi animali ha una forma cilindrico conica leggermente incurvata con entrambe le estremità aperte, dal foro più largo ( ovviamente quando l’organismo è in vita) fuoriesce il piede locomotore ( pensate a quello delle chiocciole) che però è trilobo, avente dunque affinità con quello dei lamellibranchi. La bocca si trova alla stessa estremità ed è fiancheggiata da due ciuffi di tentacoli dilatati verso la loro parte distale che termina con una fossetta che ha funzione di ventosa, dal foro più stretto fuoriescono i materiali di scarto. Questi organismi sono tutti marini e vivono sepolti nella sabbia del fondale, da cui sporgono con l’estremità più stretta del corpo, la respirazione avviene ad opera di tutta la superficie del mantello interno e si nutrono prevalentemente di foraminiferi ( vedi qui ). La loro conchiglia è formata da aragonite a lamelle incrociate, solamente nello strato più interno le lamelle diventano concentriche, esternamente la conchiglia può essere liscia od essere dotata di piccole coste longitudinali che conferiscono un aspetto zigrinato, può avere una sezione circolare oppure poligonale. Una delle famiglie più note è quella dei Dentaliidae.296SC2

 

Bibliografia:

G. DAL PIAZ, Lezioni di Paleontologia, volume primo, introduzione generale e invertebrati, CEDAM, Padova, 1964

AUTHOR:

Vittore PerenzinVITTORE PERENZIN: Geologo, appassionato di fossili e minerali.

Pubblicato da Vittore Perenzin

Geologo e appassionato di fossili e minerali.