GLI ORSI LUNGO IL SENAIGA

Con questo articolo, andremo a parlare di paleontologia, si tratterà di creature che vivevano in un periodo particolarmente freddo e difficile. Stiamo parlando del PLEISTOCENE, un periodo che va da 2,58 milioni di anni fa a 11700 anni fa, questo periodo è caratterizzato da una forte instabilità climatica tendenzialmente molto fredda, infatti vi si riconoscono le quattro grandi glaciazioni: GÜNZ, MINDEL, RISS e WÜRM; intervallate da dei periodi caldi noti come interglaciali, ed in questi periodi le piante e gli animali ricolonizzavano i territori lasciati liberi dai ghiacciai.

Ambiente del PLeistocene
Ambiente del Pleistocene – immagine da: www.unipd.it/musei/geologia

Di gran parte degli animali purtroppo si possono fare solo speculazioni, il ghiaccio ha esportato i pochi strati superficiali formatasi in quel periodo, quindi possiamo immaginare la presenza sia di animali di media montagna che di alta montagna, come cervi(Cervus elaphus), caprioli(Capreolus capreolus), bisonti(Bison bonasus), stambecchi(Capra ibex), caprioli(Rupicapra rupicapra), marmotte(Marmotta marmotta) e altri che oggi sono estinti come le tre specie paneuropee di mammuthus (Mammuthus meridionalis, Mammuthus trogontherii e Mammuthus primigenus, anche se in veneto abbiamo il ritrovamento di soli due esemplari, uno ad Asolo, con una associazione di materiale litico, e uno a Vidor).

Ingresso del Bus de la Bela
Ingresso del Bus de la Bela

Però nei pressi di San Donato di Lamon, precisamente nella grotta nota come Bus de la Bela, Bus de la Vecia e Bus de la Tosa- Grazie alla caratteristica di essere una trappola stratigrafica, sono affiorati da sempre dei resti di Ursus spalaeus o semplicemente Orso delle caverne, che precisiamo, non è esistito per tutto il Pleistocene, ma solo in un periodo compreso tra il PLEISTOCENE MEDIO al TARDO PLEISTOCENE.

Come si classifica e chi era?

Classe Mammalia
Ordine Carnivora
Famiglia Ursidi
Genere Ursus
Specie Ursus spelaeus

L’Ursus spelaeus era un orso di grosse dimensioni che ben si adattava al clima rigido del pleistocene e aveva una fronte alta, a differenza dell’attuale orso bruno(Ursus arctos),come possiamo vedere nelle due foto a confronto.

Cranio di Ursus spelaeus
Cranio di Ursus spelaeus – Immagine da Wikipedia
Cranio di Ursus arctos
Cranio di Ursus arctos – Immagine da Wikipedia

Era un frugivoro, quindi un animale che principalmente si nutriva di frutta e semi, ma non disdegnava andare a caccia o la pesca come gli odierni orsi.I suoi resti si rinvengono in grotte, ciò non è un caso, durante l’inverno questi orsi si ritiravano in luoghi riparati per entrare in letargo, chi non era riuscito durante l’estate e l’autunno a creare sufficiente massa grassa moriva durante l’inverno, questo accadeva ad individui giovani ed inesperti, individui anziani e alle femmine (che in quel periodo mettevano alla luce i piccoli). nella grotta di Lamon sono stati trovati diversi esemplari, ma non è un caso isolato, alcune grotte sono considerate dei veri e propri giacimenti di orsi. Tra l’altro poteva essere disturbato e minacciato dal leone delle caverne(Panthera leo spelaea) o peggio dall’uomo(Homo neanderthalensis e Homo sapiens) che voleva privarlo del suo riparo, spesso infatti aveva la peggio, per poi diventare oggetto di venerazione con tanto di tomba per le teste, ma in zona non abbiamo evidenze.Ben noto è lo scheletro che si può vedere esposto nelle scuole di Lamon, altri resti sono presenti nel Museo Civico di Crocetta del Montello.

Ursus spelaeus conservato presso il museo di Crocetta del Montello, proveniente dalla Grotta di S. Donato, si nota che rappresenta un maschio dal baculum (o osso penico), in realtà si tratta di una composizione di più individui.
Ursus spelaeus conservato presso il museo di Crocetta del Montello, proveniente dalla Grotta di S. Donato, si nota che rappresenta un maschio dal baculum (o osso penico), in realtà si tratta di una composizione di più individui.

Bibliografia

Dal Piaz, G. (1900). Sulla fauna fossile della grotta di S Donà di Lamon, Atti della Società Italiana di Scienze Naturali, 39.

de Carlis, A., Alluvione, E., Fonte, A., Rossi, M., & Santi, G. (2005). Morphometry of the Ursus spelaeus remains from Valstrona (Northern Italy).GeoAlp, 2, 115-126.

Galli, C., Rossi, M., & Santi, G. (2005). Ursus spelaeus Rosenmüller, 1794 from the Venetian region of Northern Italy: preliminary notes on its evolutionary path. Geo Alp, 5, 107-113.

Pacher, M., & Stuart, A. J. (2009). Extinction chronology and palaeobiology of the cave bear (Ursus spelaeus). Boreas, 38(2), 189-206.

Santi, G., & Rossi, M. (2006). New evidence from the bears of the Veneto region (northern Italy) in the evolutionary pictures of the italian cave bears. Επιστημονική Επετηρίδα του Τμήματος Γεωλογίας (ΑΠΘ), 98, 179-186.

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Mattia CurtoMATTIA CURTO: Studente di Beni Culturali, indirizzo archeologico presso l’Università degli studi di Trento, socio del Fondaco per Feltre e cofondatore del gruppo Sass Ruis. Grande appassionato di archeologia e paleontologia.

Pubblicato da Mattia Curto

Studente di Beni Culturali, indirizzo archeologico presso l'Università degli studi di Trento, socio del Fondaco per Feltre e cofondatore del gruppo Sass Ruis. Grande appassionato di archeologia e paleontologia.