GRANDI LAGHI E GRANDI FRANE NEL FELTRINO

Ciao a tutti!! 🙂

Tempo fa Stefano Dal Molin, aveva pubblicato sulla nostra pagina facebook, una cartina che raffigurava la zona compresa tra Busche e Quero subito dopo l’ultima glaciazione ( 17,000-15,000 anni fa). Balza subito all’occhio come su questa carta, si possano vedere due grandi laghi, uno che occupa il canale di Quero e l’altro, l’area che da Anzù si estende fino ad oltre Busche. Inoltre vi sono cartografati due grandi depositi di frana intorno al monte Miesna.
Prima però di soffermarci su come si siano formati questi laghi e quali siano siano state le cause scatenanti delle frane, cerchiamo di inquadrare la zona dal punto di vista geologico. L’area in esame attraversa ortogonalmente la catena montuosa del Grappa-monte Tomatico, monte Cesen e Col Visentin che strutturalmente parlando è una piega anticlinale ( anticlinale delle prealpi Venete, vedi qui ). Le rocce che affiorano nel Miesna, nel canale di Quero e nei dintorni di Marziai, sono rocce Mesozoiche, in particolare Giurassiche e Cretacee. Ad esempio si incontrano i Calcari Grigi, il Rosso Ammonitico Superiore, la formazione di Fonzaso, la formazione di Igne ( per citare alcune rocce giurassiche della zona), ma anche il Biancone e la Scaglia Rossa (cretacee). Una particolarità dell’area in esame è che si possono trovare rocce ricollegabili all’area di transizione tra la Piattaforma Trentina e Il Bacino Bellunese  come il calcare del Vajont (cliccate qui e qui se volete sapere qualcosa su queste rocce) .Chiusa parentesi, proseguiamo! 🙂

Ghiacciai, frane…

La geomorfologia di gran parte delle nostre montagne e delle nostre valli, quindi anche della zona di cui ci stiamo occupando adesso, la dobbiamo agli enormi ghiacciai che durante l’ultima glaciazione ricoprivano gran parte del nostro territorio ( pensate che è stato calcolato uno spessore massimo di più di 1000 metri!). Dobbiamo pensare che questi ghiacciai oltre che ad esercitare una notevole pressione sulla crosta terrestre per via del loro peso, erodevano e modellavano il territorio e con i loro movimenti (si, anche i ghiacciai si muovono) strappavano letteralmente dal suolo tutto ciò che trovavano sul loro cammino, rocce comprese. La calotta di ghiaccio che ricopriva la val Belluna e il canale di Quero si chiamava ghiacciaio del Piave. I fatti che andremo ad analizzare (formazione delle frane e dei laghi) sono avvenuti in un periodo di tempo successivo al ritiro del ghiacciaio del Piave dal canale di Quero e si sono potuti verificare proprio perchè il ghiaccio non c’era più. Partiamo con l’osservare le due frane nominate in precedenza. Una frana è quella situata sul versante nord ovest del monte Miesna, il suo accumulo è visibile in località Collesei vicino ad Anzù.

frana1
i Collesei sono in realtà un accumulo di frana

Questo è un fenomeno franoso di scivolamento lungo una superficie di strato che ha interessato la formazione Cretacea del Biancone, una particolarità è data dal fatto che nella zona di accumulo si sono formate delle collinette ( Collesei appunto) alcune delle quali arrivano a 265 metri s.l.m.. Senz’altro si sono staccati dal Miesna moltissimi metri cubi di roccia, perchè il deposito di frana arriva a toccare i piedi dell’antistante monte Telva! La seconda frana si trova a sud est del Miesna, di fronte a Marsiai, sui fianchi del monte si possono vedere molto distintamente la nicchia di distacco, la zona di scivolamento e l’accumulo franoso. La roccia franata, in questo caso, è costituita da calcari del Vajont, il deposito è composto da grossi massi e come quello dei Collesei, non è stato intaccato dal ghiacciaio del Piave. Possiamo individuare due cause, una predisponenete e l’altra scatenante, che hanno innescato i fenomeni franosi. La causa predisponente è data dal fatto che quando la lingua glaciale si è ritirata dalla valle, è venuto a mancare il sostegno che questa dava alle pareti rocciose, invece la causa scatenate è data da un evento sismico direttamente dipendente dall’isostasia glaciale ( vi spiegherò questo fenomeno più avanti, perchè senno diventerebbe troppo lunga :-)).

 

 

miesna
monte Miesna, il tratteggio indica la zona limite di distacco della frana

 

… e infine laghi

La Frana di Marsiai si verificò quando il tratto inferiore del canale di Quero era occupato da un lago di origine glaciale e proprio questa frana provocò lo sbarramento della valle del Piave con la conseguente formazione di un nuovo lago lungo 20 km. Questo lago era compreso tra le due frane fino ad una zona oltre Busche ed era il lago di Marsiai. Ma come è stato possibile che questi laghi si formassero? Dove hanno trovato lo spazio? Dovete pensare che quelle valli, all’epoca del ritiro dei ghiacciai non erano piane come adesso, non c’erano molti sedimenti che le colmavano ma erano concave, molto più profonde di come le vediamo adesso, si dice che avevano la forma a truogolo (cioè a vasca da bagno), ecco dunque dove potevano stare i laghi. Questi bacini sono stati riempiti dai sedimenti in un arco di tempo molto breve e l’effettiva presenza di questi due laghi è stata confermata da studi geofisici e da sondaggi meccanici, che hanno rilevato sotto i depositi alluvionali, limi e argille lacustri. All’interno di questi limi si sono trovati pollini di alcune conifere di clima freddo.ù

laghi

rr

Ecco,io ho cercato di dare una panoramica generale dell’argomento, ma per chi fosse interessato allego uno studio approfondito. Alla Prossima!!

www2.muse.it/pubblica…/6/actaG81/08acta%20g%20pellegrini.pdf

AUTHOR:

Vittore PerenzinVITTORE PERENZIN: Geologo, appassionato di fossili e minerali.

Pubblicato da Vittore Perenzin

Geologo e appassionato di fossili e minerali.