I PIANI ETERNI

Ciao a tutti!! 🙂 Oggi andiamo in montagna ( magari!) e più precisamente ai Piani Eterni, perché questa zona, come tanti sicuramente sapranno, è molto interessante per quanto riguarda un particolare fenomeno geologico: il carsismo. Volendo dare delle indicazioni geografiche, i Piani eterni si trovano nelle Vette Feltrine e più precisamente tra la val Canzoi, il gruppo del Cimonega, il monte Pizzocco e la valle del Mis. E’ un altopiano e la parte più ampia del territorio si sviluppa tra 1700 e 1900 metri di quota estendendosi per circa 14 km.

Ghiacciai e carsismo

Geomorfologicamente parlando, la “forma” dei Piani Eterni è strettamente collegata a fenomeni di erosione glaciale, che come nel caso della Busa delle Vette, è individuata con il nome di circo glaciale. I circhi glaciali sono degli spazi circolari appunto, caratterizzati da un fondo quasi orizzontale o concavo circondato da ripide pareti rocciose creati dai ghiacci dell’ultima glaciazione ( quella Wurmiana, vedi qui ). Invece, il fenomeno del carsismo si può manifestare grazie alla presenza, soprattutto alla base dei Piani Eterni, dei Calcari Grigi ( vedi qui ). Infatti è proprio su questa tipologia di roccia composta interamente di carbonato di calcio ( CaCO3) che l’acqua e l’anidride carbonica ( CO2) possono agire indisturbate. L’anidride carbonica è un gas che si può trovare disciolto nell’acqua( nebbia,pioggia), oppure può essere un prodotto di scarto del metabolismo di esseri viventi come piante, licheni e animali, in entrambi i casi questo agente chimico si comporta come un debole acido che trasforma il calcare in bicarbonato di calcio ( Ca(HCO3)2), il quale è facilmente solubile in acqua. Dunque si può capire come la roccia venga attaccata dalla CO2 secondo la reazione CaCO3+H2O+CO2= Ca(HCO3)2 e il bicarbonato formato venga in seguito allontanato dall’acqua che scorre sulla superficie.

Forme carsiche di superficie

In superficie nei Piani Eterni, il carsismo ha prodotto  delle forme davvero notevoli, di seguito faremo un elenco descrevendone le principali caratteristiche.

Doline: sono delle piccole depressioni di forma conica che si sviluppano su un suolo calcareo, si formano in corrispondenza di un punto di assorbimento attorno al quale l’acqua aumenta l’azione dissolutiva, talvolta sotto di esse si trovano delle cavità che provocano il crollo del pavimento. Nei piani eterni le doline hanno un diametro di qualche metro, assomigliano ai famosi “crateri da bomba” che si possono osservare anche sul monte Grappa.

Pozzi e crepacci carsici: sono delle cavità con sviluppo verticale maggiore rispetto a quello orizzontale, ai piani eterni il fondo è spesso occupato da neve e ghiacci perenni.

Passiamo ora a descrivere delle forme superficiali che senz’altro sono le più vistose. Quando l’acqua scorre su nude superfici rocciose, può creare numerose forme e microforme che fanno assumere alla roccia l’aspetto di particolari micropaesaggi chiamati campi solcati.

esempio di campo solcato, tratta da www.sentierinatura.it

Tra le forme più caratteristiche dei campi solcati troviamo le scanellature, i solchi a doccia, i fori e le impronte di passi.

Scanellature: sono formate da piccoli solchi delimitati da minute creste aguzze, si creano grazie allo scorrere dell’acqua lungo linee di massima pendenza. La loro morfologia cambia in relazione alla pendenza della superficie rocciosa: sulle superfici subverticali i solchi sono molto lunghi e stretti, su quelle meno inclinate sono più larghi e meno profondi.

sochi a doccia www.riccardodivalerio.eu
solchi a doccia, da www.riccardodivalerio.eu

Solchi a doccia: sono come delle scanellature, solo che si formano solo lungo la massima pendenza di un affioramento roccioso.

Fori: sono cavità verticali allungate a sezione verticale o ellittica, si formano per corrosione della roccia dal basso verso l’alto. La dissoluzione della roccia inizia con la risalita di acqua per capillarità e poi, dopo l’apertura del foro, per circolazione di acqua e per fenomeni di condensazione.

Impronte di passi: piccole depressioni con il fondo piano e delimitato a monte da una parete di forma semicircolare. Si formano in seguito allo scorrimento di acqua sotto la copertura nevosa durante il disgelo, per la loro formazione è indispensabile l’assenza di fratture sulla roccia.

Forme carsiche profonde

La bellezza delle forme superficiali ci può incantare facendoci trascurare  quello che c’è sotto i Piani Eterni… niente di più sbagliato!! Infatti, in realtà è proprio il lato nascosto il punto di forza di questo altopiano, sotto doline pozzi e fori si aprono grotte e cavità che si estendono per metri e metri sottoterra. Grazie all’esplorazione del paesaggio superficiale i gruppi speleologici di Valdobbiadene e  del C.AI. di Feltre hanno scoperto delle entrate a fantastici mondi. Queste entrate sono il frutto di esplorazioni che si sono protratte negli anni, setacciando metro dopo metro dei piani eterni, la storia ha inizio nel 1984 e continua tutt’ora; il territorio è stato suddiviso in varie aree a ciascuna viene data una sigla, è stato scelto di esplorare in particolare una conca glaciocarsica chiamata Dolina Bianca ( o zona V) e nella parte che da questa sale a gradoni ( zona P.E.). Nel corso del tempo sono state scoperte numerose entrate di relative cavità ( circa 364), ma solo due in particolare si sono rivelate delle vere e proprie porte verso gli abissi: la V35 della dolina bianca e la PE10. Da qui gli speleologi, sono riusciti ad arrivare alla profondità di -966 metri, ma la cosa che fa più ” impressione” è che si potrebbe scendere ancora facendo altre scoperte!! Data l’enorme profondità degli abissi è impossibile visitarli in un giorno solo, così sono stati disposti in appositi luoghi lungo le discese dei bivacchi dove è possibile pernottare. Ad alcuni passaggi, rami e sale sono stati dati nomi buffi di fantasia, probabilmente ideati a seconda dello stato d’animo degli scopritori come ad esempio: risalita degli Storpi, la Issa, ramo Assa Perder, ramo degli Stolti, Diaolin.

una grotta dei piani eterni, da www.corrierealpi.geolocal.it
una grotta dei piani eterni, da www.corrierealpi.geolocal.it

 

Bibliografia:

L. D’ALBERTO, F. CAPRETTA, P. GROTTO, M. SEBENELLO, M. SALOGNI, Le grotte dei Piani Eterni, Monsigo di Moriago ( TV), Agorà Libreria Editrice, 2004

 

AUTHOR:

Vittore PerenzinVITTORE PERENZIN: Studente di geologia, appassionato di fossili e minerali.

Pubblicato da Vittore Perenzin

Geologo e appassionato di fossili e minerali.