LE RUDISTE E LA BARRIERA CORALLINA DEL CANSIGLIO

C’è stato un tempo durante il quale il nostro territorio era una grande piana di marea, c’è stato un tempo in cui era sommerso dall’oceano e suddiviso in alti e bassi strutturali ( piattaforme e bacini)… e c’è stato un tempo in cui alcune piattaforme, a differenza di altre, scomparvero grazie alla subsidenza e poi sepolte dalla coltre dei sedimenti marini. Con questa introduzione generica, abbiamo condensato in poche righe almeno 150 Milioni di anni, durante i quali, ne son successe di cotte e di crude, sia per quanto riguarda gli eventi geologici e, ovviamente, anche per la Vita sulla Terra. Se avete letto qualche articolo precedente, avrete sicuramente capito che faccio riferimento alla piana di marea dove si depositarono i fanghi che diedero origine alla Dolomia Principale (vedi qui), il bacino è quello di Belluno e le piattaforme sono rispettivamente quella di Trento e quella Friulana ( vedi qui). Dunque, siamo partiti dalla fine del Triassico (il Retico, circa 200 Ma), abbiamo attraversato tutto il Giurassico e siamo arrivati al Cretaceo Inferiore ( Berrasiano- Albiano, 145-100,5 Ma.). Nel corso del tempo ( non geologico in questo caso :)) abbiamo tentato di osservare rocce che appartengono a singoli intervalli temporali dei tre periodi visti sopra, cercando di ricavarne informazioni utili al fine di ricostruire il paleoambiente nel quale, sotto forma di sedimenti non coesi, si sono depositate, in questo, ci aiutano moltissimo degli elementi di fondamentale importanza che sono contenuti proprio all’interno delle rocce sedimentarie: i fossili. Come abbiamo visto, tra di essi vi sono dei veri e propri fossili guida ( sia macro che micro) che permettono di definire con molta precisione un piano geologico e di contestualizzarlo in una scala geocronologica, inoltre sono una miniera di informazioni per quanto riguarda clima, morfologia ambientale, rapporti con alti animali, tipo di ambiente e molte altre cose. Oggi, come già abbiamo fatto in passato, ci soffermeremo su una famiglia fossile e sulla sua interazione con l’ambiente esterno. In particolare ci occuperemo delle Rudiste e di come questi animali assieme a coralli, abbiano creato una barriera corallina sull’allora piattaforma Friulana, che in quel preciso periodo si trovava in una posizione elevata rispetto agli oramai scomparsi bacino di Belluno e piattaforma Trentina. Prima però bisogna dire che cosa siano le Rudiste.rudiste da Pinterest 3

Che cosa sono le Rudiste?

Innanzitutto, sono dei molluschi  lamellibranchi bivalvi (il cui guscio è costituito da due conchiglie distinte) apparsi nel Giurassico superiore e molto abbondati nel successivo Cretaceo, soprattutto negli ambienti di scogliera, oggi sono estinte. I lamellibranchi hanno gli organi racchiusi da un guscio calcareo formato da due valve laterali, una destra e una sinistra che sono tenute assieme, in corrispondenza del dorso dell’animale, da un ligamento elastico e si articolano in questa regione per mezzo di denti e fossette che vanno a costituire la cerniera. La conchiglia può essere equivalve o inequivalve , ogni valva a sua volta dicesi equilaterale o inequilaterale a seconda che sia o no simmetrica rispetto ad un piano verticale ortogonale alla valva stessa. Nelle forme fisse o che vivono adagiate sul fondo, le valve sono per la maggior parte notevolmente diverse l’una dall’altra e questo particolarmente nelle specie che che si fissano per mezzo di una delle due valve, in questo caso possono assumere la forma di un cono. L’umbone è quella parte a cono nella zona posteriore della conchiglia e è anche la parte più vecchia. Per altezza di una valva si intende il segmento di retta che unisce l’umbone al margine opposto ventrale, per lunghezza il segmento perpendicolare all’altezza nel punto di massima estensione del guscio e per spessore la massima distanza dei due gusci in un piano perpendicolare a quello determinato da altezza e lunghezza. Notevole importanza per la classificazione, assume l’ornamentazione delle conchiglie, infatti le valve portano spesso ornamentazioni radiali o concentriche a coste, a squame o a punte, oltre che le universali linee di accrescimento.ippurite da Pinterest I lamellibranchi si suddividono in cinque ordini: Protobranchiati, Paleoconche, Eutaxodonti, Eterodonti e Anisomiari. La famiglia delle rudiste ricade all’interno dell’ordine degli Eterodonti che a sua volta si suddivide in tre gruppi: Integripalleati, Senopalleati e Desmodonti, le rudiste fanno parte degli Integripalleati. Questi molluschi vivevano attaccati al fondo pertanto il loro guscio è inequivalve, si fissavano con la valva destra che è conica, la valva sinistra fa da opercolo e è generalmente discoidale. Come già detto erano molto abbondanti nelle scogliere del Cretaceo e dettero un contributo importante alla loro costruzione. Nel guscio si può notare uno spesso strato esterno costituito da prismi verticali, paralleli all’asse longitudinale divisi da tabule orizzontali, questi prismi sono cavi, lo strato interno è formato da lamelle parallele, addossate le une alle altre. Le rudiste sono state suddivise in due sottofamiglie, quella dei Radiolididi e quella degli Ippuritidi. Nei Radiolitidi la valva fissa presenta alla superficie esterna e posteriormente due strisce che si distinguono per essere generalmente orlate un po’ diversamente. All’interno la valva ha due alveoli per i denti e di fianco a questi due impressioni muscolari, la camera di abitazione è stretta e la valva ad opercolo ha due grossi denti ed accanto ad essi delle apofisi che servono per l’attacco dei muscoli. Gli Ippuritidi si distinguono dalla sottofamiglia precedente per il fatto che la valva opercolare porta in superfice numerosi fori, inoltre questa valva presenta due intaccature che si spingono dal margine verso il centro e servono all’uscita dei sifoni. I denti qui sono tre.rudiste da Pinterest 2

Le rudiste in Cansiglio

Abbiamo detto che questi animali erano lamellibranchi fissi  che avevano la propensione a creare colonie e partecipare direttamente alla formazione di scogliere organogene assieme ad altri organismi, come ad esempio i coralli. Facendo un passo indietro nella storia geologica, andiamo al Cretaceo inferiore, dove ormai il bacino di Belluno era completamente colmato dai sedimenti e quindi non c’era più una netta distinzione con la piattaforma Trentina od ovest, la quale a sua volta, per motivi di subsidenza, era oramai sprofondata. Solamente la piattaforma Friulana era più o meno rimasta nella posizione originaria e dunque, sovrastava sul sottostante mare, dove per altro si depositavano con gran spessori, quei sedimenti bacinali che avrebbero poi dato origine al Biancone o Maiolica. Dovete sapere che dalla fine del Giurassico, la piattaforma si trasformò da zona di produzione di carbonati inorganici come gli ooliti (vedi qui), a zona di scogliera organogena, ovvero “produceva” dei carbonati organici, proprio perchè sul suo margine superiore si instauro una barriera corallina che fù poi presente per buona parte del Cretaceo Inferiore. I resti fossili di questa grande barriera oggi sono visibili in Cansiglio e il suo andamento lineare era Nord-Nord Est e Sud-Sud Ovest, si estendeva da Barcis fino appunto al versante meridionale del Cansiglio, se si va in località Candaglia è possibile osservare rocce con molte rudiste al loro interno, proprio perchè si sta camminando sopra a quello che era l’antica scogliera.

MARGINE OCCIDENTALE DELLA PIATTAFORMA FRIULANA
MARGINE OCCIDENTALE DELLA PIATTAFORMA FRIULANA

Il raccordo tra la piattaforma ed il sottostante bacino avveniva grazie ad una scarpata mediamente inclinata, la barriera si era instaurata sul margine superiore di questa, in questo modo, aveva creato una suddivisione in due zone distinte, dove si depositavano sedimenti di natura diversa. Nella zona interna di retroscogliera erano presenti tipici depositi di laguna, in cui prevalgono sedimenti di origine chimica od organogena intervallati da sedimenti terrigeni, spostandosi a nord-ovest invece, appena un po’ fuori dalla scogliera, troviamo la scarpata,zona dove si accumulavano brecce poco selezionate e con stratificazione quasi assente. Man mano che dalla scarpata ci si addentrava nel mare aperto, i sedimenti si facevano sempre più fini, fino a che diventavano micritici come appunto il Biancone. Oggi, la barriera corallina è nota come formazione dei Calcari di M. Cavallo.

 

Bibliografia:

G. DAL PIAZ, Lezioni di Paleontologia, volume primo, introduzione generale e invertebrati, CEDAM, Padova, 1964

B. FIGUS, La crisi sinemuriana delle piattaforme del sudalpino orientale, ( Tesi di Dottorato), Cordinatore ciclo: Beccaluva Luigi, Tutore: Masetti Daniele, Dottorato di ricerca in Scienze della Terra, Università degli Studi di Ferrara, 18 marzo 2013

G. SPADA, V. TONDELLO, Il Cansiglio: Gruppo del Cavallo, Prealpi Venete, Bologna,1984

A. DE NARDI, Il Cansiglio Cavallo, Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, 1976

Referenze fotografiche: le foto delle rudiste sono tratte da Pinterest

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Vittore PerenzinVITTORE PERENZIN: Geologo, appassionato di fossili e minerali.

 

Pubblicato da Vittore Perenzin

Geologo e appassionato di fossili e minerali.