UN ALTRO SGUARDO AI CALCARI GRIGI DELLE VETTE FELTRINE

Ciao a tutti!! Oggi andremo a osservare un po’ più in dettaglio la famosa formazione dei Calcari Grigi, ringrazio Massimo Marcer, membro del nostro gruppo, per aver fornito una interessante pubblicazione che tratta dell’argomento. Come abbiamo detto in articoli precedenti, la formazione dei Calcari Grigi costituisce il “corpo” o parte centrale delle nostre Vette Feltrine e sopra di essa poggiano tutta una serie di rocce più recenti e più erodibili, che nel corso del tempo hanno dato origine alle forme dolci del Pavione e del Col de Luna ( per citarne alcune). Ma torniamo a noi, i Calcari Grigi sono una formazione risalente all’inizio del Giurassico (  dall’Hettangiano al Toarciano inferiore, un’epoca chiamata Lias, circa da 210 a 150 Ma.) e si sono depositati quando la nostra zona era divisa in “zone rialzate” e “zone ribassate” sommerse dal mare, aventi nome rispettivamente di piattaforme e bacini ( ad esempio piattaforma Trentina e bacino Bellunese).  Questi diversi domini ambientali, giocano un ruolo molto importante nella sedimentazione dei calcari grigi delle Vette, perchè come vedremo, i “nostri” sono un po’ diversi rispetto a quelli di Rovereto o di zone più interne della piattaforma.Piattaforma di Trento

A metà strada tra mare profondo e mare basso…

Abbiamo detto che esistevano zone diverse di sedimentazione, al tempo, le Vette si trovavano ai margini orientali della piattaforma Trentina, quindi in una zona topograficamente più bassa e sempre sommersa dalle acque, a differenza delle altre zone più interne. Per dire che i nostri calcari grigi, sono diversi, si sono confrontati con quelli dell’area tipo ( Altopiano di Asiago, Lessini) che sono suddivisibili in tre membri: il membro inferiore che rappresenta la prosecuzione liassica della tematica peritidale della Dolomia Principale ( Triassico sup.); il membro medio che è oolitico ( vedi qui ) e si sovrappone alle sottostanti piane tidali, si deposita in seguito ad una fase di approfondimento che colpisce vari settori delle Alpi Meridionali e in fine il membro di Rotzo di composizione calcareo-marnosa ed è riferita ad un ambiente di tipo lagunare in cui hanno prosperato le comunità a grandi e piccoli bivalvi. La succesione stratigrafica nostrana la si può ben vedere lungo la mulattiera che da Croce D’Aune sale fino al rifugio Dal Piaz ed è costituita dal basso verso l’alto in questo modo:

Dolomie  Grigio-Giallastre ( Retico- Sinemuriano). E’ costituita da dolomie chiare e rappresenta l’equivalente del membro inferiore dell’area tipo, tuttavia l’assenza di orizzonti peritidali suggerisce che l’ambiente deposizionale per queste dolomie fosse quasi totalmente subacqueo e mediamente più profondo.

Calcari selciferi a Poriferi. Insieme ai calcari oolitici costituisce uno spessore di circa 150 metri e va a sostenere le cime arrotonadte delle Vette. Sono costituiti da calcari bioclastici in strati metrici di colore nocciola-rosato e contengono grossi noduli di selce biancastra, i bioclasti sono costituiti da piastre di echinodermi. Molto importante è la presenza di fossili di poriferi sia calcarei che silicei ( vedi qui ). Una correlazione con il membro medio dell’area tipo, è data dal fatto che anche in questo caso la sovrapposizione alle dolomie può essere considerata come la registrazione locale di un approfondimento che coinvolge larghi settori del margine continentale sudalpino.

Calcari Oolitici. Sono calcari bianchi oolitici appunto, organizzati in strati metrici con presenza di Amaltheus margaritatus, un’ammonite riferibile al Lias medio. L’ambiente deposizionale era costituito da barre sabbiose governato da correnti tidali e dal moto ondoso e si può affermare che fosse una zona marginale rispetto alla più interna laguna del membro di Rotzo.12694713_644685779002703_8939712090883027293_o

Encriniti Glauconitiche. Sono costituite da un sottile orizzonte spesso qualche decimetro, posto al tetto dei Calcari Oolitici, la caratteristica principale di questo orizzonte è che si costitituisce principalmente da placchette di echinodermi ( in particolare di crinoidi, conosciuti anche come gigli di mare). Il colore verdastro della roccia è dovuto alla presenza di glauconite testimone di un ambiente meno ossigenato, la deposizione di questi sedimenti è indice di un approfondimento ambientale.

 

Bibliografia:

C. BROGLIO LORIGA, D. MASETTI, S. FORASTIERI, E. TREVISANI, Comunità a poriferi nei Calcari Grigi delle Vette Feltrine, in ” Annali dell’Università di Ferrara”, n. 4, vol 3, 1991, pp 52-58.

AUTHOR:

Vittore PerenzinVITTORE PERENZIN: Geologo, appassionato di fossili e minerali.

Pubblicato da Vittore Perenzin

Geologo e appassionato di fossili e minerali.