UNO SGUARDO ALLE PIEGHE

Ciao a tutti!! Nel primissimo articolo, avevo introdotto in maniera generale il concetto di piega nei corpi rocciosi sedimentari, oggi volevo approfondire un po’ di più questo argomento basandomi anche su esempi concreti che possiamo osservare all’inizio della val Canzoi, in particolare sul suo fianco destro. Se siete soliti fare escursioni in montagna, vi sarà sicuramente capitato di vedere qualche parete rocciosa con alcuni (o tutti) gli stati piegati rispetto alla superficie orizzontale del terreno, ecco, quelle “curve rocciose” non sono altro che pieghe. Sappiamo che le rocce sono continuamente sottoposte a stress tettonici, forze cioè che le comprimono o che tendono a distenderle,  queste forze possono agire su un corpo roccioso per moltissimo tempo e a seconda della profondità a cui si trovano, avranno un comportamento differente. Si è osservato che esiste un comportamento duttile e uno fragile, entrambi sono funzione della profondità appunto, le pieghe sono conseguenza di un comportamento duttile, il quale avviene a una profondità maggiore nella crosta terrestre (rispetto al comportamento fragile) dove la temperatura e pressione sono maggiori e quindi le rocce, proprio come un pezzo di plastica riscaldato si piegheranno in risposta ad una forza agente. Il comportamento fragile invece è quello che riguarda le faglie (fratture) e avviene più verso la superficie terrestre dove temperatura e pressione sono minori, e quindi il nostro immaginario pezzo di plastica in assenza di un determinato calore si romperà.

Come sono fatte le pieghe

Spiegato brevemente come si può originare una piega, vediamo quali sono gli elementi che le contraddistinguono e che permettono la loro classificazione. Le parti fondamentali di tutte le pieghe sono: la cerniera, i fianchi, il nucleo, il piano assiale e l’asseelementi di pieghe

La cerniera è la zona di massima curvatura di una piega, i fianchi sono le superfici laterali alla cerniera, in una serie di pieghe ogni fianco è in comune a due pieghe adiacenti dette anticlinale e sinclinale (vedi qui ). Il piano assiale è un piano immaginario equidistante dai fianchi della piega che la “taglia” perpendicolarmente, la superficie assiale invece è una superficie passante per le cerniere della piega ed ha una forma che può non essere planare, la superficie assiale può corrispondere col piano assiale se la piega è simmetrica.SUPERFICE ASSIALE

Il piano assiale può variare in tutte le direzioni possibili, possiamo avere un piano assiale verticale, inclinato, rovesciato, coricato o orizzontale.giacitura piano assiale

Il diverso grado di apertura riflette l’intensità della deformazione e indica l’angolo esistente tra i fianchi della piega. Le pieghe lievi sono quelle con un angolo compreso tra 180° e 120°, le pieghe aperte tra 120° e 70°, le chiuse tra 70° e 30°, infine le pieghe isoclinali tra 1° e 0°.CLASSIFICAZIONE PIEGHE SULL'ANGOLO TRA FIANCHI

Il profilo di una piega è la forma di un livello piegato osservato nel piano perpendicolare alla superficie assiale. In base al profilo le pieghe possono essere suddivise in quattro principali categorie: le parallele, le simili, le concentriche e le chevron.PROFILO DI PIEGA

parallele: in queste pieghe lo spessore degli strati è costante, lo spessore originario degli strati non si è modificato durante il piegamento.

simili: qui invece lo spessore  è mutato, la cerniera è ispessita ed i fianchi assottigliati. Lo spessore originario si è modificato perchè il piegamento si è svolto in condizioni più duttili, che hanno permesso un flusso di materia dai fianchi alle zone di cerniera.

concentriche: è un caso speciale di piega parallela, dove le superfici di piegamento adiacenti sono archi di un cerchio con un centro in comune.

chevron: pieghe con fianchi piani e cerniere fortemente angolate, possono essere sia parallele che simili.

Questi tipi di piega rappresentano casi limite di tutta una serie continua di pieghe. Un’altra classificazione è quella proposta da Suppe (1985) e si basa sulla geometria della cerniera e sul mantenimento dello spessore degli strati.PIEGHE SECONDO SUPPE

C’è da dire che nelle zone di cerniera delle pieghe chevron, si ha un flusso di materiale poco solido ( come argille di interstrato o marne) che dai fianchi risale, andando a riempire i vuoti che si formano appunto nelle cerniere. Se quel materiale non riesce a chiudere il vuoto triangolare, si forma un collasso di cerniera.COLLASSO DI CERNIERA

Esempi concreti

Tralasciando i vari meccanismi di piegamento, vediamo ora le foto di alcune pieghe della val Canzoi.

 

In questa foto si può osservare una IMG_1645piega asimmetrica, dove cioè un fianco ( in questo caso il sinistro) è più lungo dell’altro. Il profilo degli strati è parallelo, nella parte più bassa, la geometria della cerniera è angolare parallela, man mano che si procede verso l’alto diventa invece curva parallela. Qui il piano assiale è inclinato.

 

 

Questo invece è un esempio diIMG_1648 collasso di cerniera in una piega chevron, si possono notare i fianchi in prossimità della cerniera che si restringono. Il profilo è parallelo e la giacitura del piano assiale è rovesciata, l’angolo tra i fianchi è tra il chiuso e lo stretto.

 

 

 

Altro esempio di piega chevron, IMG_1649senza però collasso di cerniera, la giacitura del piano assiale è inclinata.

 

 

 

 

 

 

In questo “quadro” si possono notare sulla sinistra tre pieghe chevron e una anche in alto a destra. Tutte e quattro hanno una giacitura del piano assiale inclinata con angoli tra i fianchi tra il chiuso e lo stretto,lo spessore degli strati è sempre costante.Alla base invece, si vede una anticlinale simmetrica e parallela che emerge appena dal manto erboso.IMG_1650

 

Bibliografia:

CARLO DOGLIONI, Elementi di Tettonica, Casa Editrice Il Salice, Anno Accademico 1993-94.

 

AUTHOR:

Vittore PerenzinVITTORE PERENZIN: Geologo, appassionato di fossili e minerali.

Pubblicato da Vittore Perenzin

Geologo e appassionato di fossili e minerali.