IL NOME “DOLOMITI”

Le Dolomiti sono le uniche montagne al mondo il cui nome deriva dalla roccia di cui sono prevalentemente composte: LA DOLOMIA.

In origine venivano definite come la regione dei “Monti Pallidi”, in relazione all’impatto visivo del paesaggio. Solo successivamente e in particolare dopo la fine della prima guerra mondiale il nuovo nome si è imposto.

 Dolomieu scopre una nuova roccia

Ripercorrendo le varie tappe che ci conducono al nome Dolomiti sicuramente il punto di partenza sono gli studi del francese DEODAT DE DOLOMIEU esperto di scienze naturali dalla vita a dir poco avventurosa. Nato proprio a Dolomieu in Francia il 23 giugno 1750, venne destinato dalla famiglia alla carriera militare: il padre infatti lo iscrisse alla tenera età di 3 anni all’ordine dei cavalieri di Malta. Riuscì a raggiungere il grado di luogotenente ma lo sfortunato esito di un duello, in cui morì il contendente, gli procurò una condanna all’ergastolo. Fu poi scarcerato grazie all’intervento dei sui amici e soprattutto per l’intercessione dello stesso papa Clemente XIII. Da autodidatta cominciò ad interessarsi di scienze naturali e a 26 anni prese a viaggiare attraverso mezza Europa: dalle miniere della Bretagna, alle zone basaltiche del Portogallo fino ai territori vulcanici dell’Italia Meridionale.

Déodat de Dolomieu all'età di quarant'anni a Roma, in un ritratto della pittrice svizzera Angelica Kauffmann.
Déodat de Dolomieu all’età di quarant’anni a Roma, in un ritratto della pittrice svizzera Angelica Kauffmann.

Questo suo peregrinare lo portò fino in Tirolo dove fra il 1789 e il 1790 realizzò assieme all’allievo Fleurian de Bellevue diverse indagini. Essi rintracciano una strana roccia molto simile ad una pietra calcarea, ma – al contrario di un calcare – caratterizzata da una reazione chimica molto debole all’acido cloridrico diluito. La nuova scoperta venne pubblicata nel luglio 1791 sul “Journal de Physique“ e nell’ottobre dello stesso anno 12 campioni della misteriosa roccia vengono consegnati al chimico svizzero Nicolas de Saussure che ne dimostrò l’effettiva differenza: mentre la roccia calcarea si componeva di calcite, ovvero un carbonato di calcio [CaCO3], i campioni di Dolomieu erano composti da un nuovo minerale, più precisamente una miscela tra carbonato di calcio e magnesio [MgCa(CO3)2].

La lettera di Dolomieu relativa ad un nuovo tipo di roccia calcarea, pubblicata nel 1791
La lettera di Dolomieu relativa ad un nuovo tipo di roccia calcarea, pubblicata nel 1791

 La nuova roccia ha un nome: Dolomite

Vari i nomi proposti dallo stesso Dolomieu per il minerale da “Tyrolensis” (luogo del primo ritrovamento) a “Saussurite” (in onore del padre di Nicolas de Saussure, primo scalatore del Monte Bianco ed esperto di mineralogia) ma alla fine a prevalere è il nome DOLOMITE. In precedenza il minerale era stato solo generalmente indicato come “spato” o “perspato”.

Due inglesi fanno conoscere le Dolomiti al grande pubblico

Ci vollero tuttavia ancora alcuni decenni prima che il nome dato alla roccia passasse ad indicare anche l’intera area geografica. Secondo importante passaggio lo segnò in questo senso il volume “The Dolomite Mountains” scritto nel 1864 dai naturalisti J. GILBERT e G.C. CHURCHILL. Con un linguaggio fiorito i due inglesi descrivono il maestoso paesaggio con le sue impressionati cime e i picchi scoscesi. Gilbert, pittore provetto, arricchì il libro con una serie di disegni, mentre Churchill ne descrisse le particolarità botaniche e geologiche. Il libro a livello europeo ebbe molto successo e influenzò in maniera indelebile l’immaginario legato alle Dolomiti e ai suoi territori.

Il volume The dolomite Mountains
Nel 1864 gli inglesi Churchill e Gilbert, ispirati dalle ricerche di Richthofen e dalla sua teoria delle dolomiti quali antiche scogliere, pubblicano il libro “the dolomiti Mountains” che porta alla ribalta a livello europeo il nome DOLOMITI
Croda Marcora, una delle vette oltre i 3000 metri delle Dolomiti del gruppo Sorapìs, nelle pitture di J. Gilbert
Croda Marcora, una delle vette oltre i 3000 metri delle Dolomiti del gruppo Sorapìs, nelle pitture di J. Gilbert

Aspri dibattiti vi furono negli anni successivi sull’opportunità o meno di attribuire il nome di un minerale ad una intera regione. Ma si tratta di un’ultima impennata contro una sempre più diffusa tendenza: anche se tardi rispetto ad altri gruppi montuosi, l’area geografica ha finalmente un nome, LE DOLOMITI.

Che ne fu di Dolomieu?

Volete sapere cosa successe a Dolomieu dopo la scoperta della dolomia? Ebbene non stanco iniziò a coltivare altri interessi, diventò attivo sostenitore di Napoleone Bonaparte ed entrò in politica. Nel 1798 partecipò con Napoleone alla campagna d’Egitto e si occupò delle trattative sulla capitolazione che si svolsero a Malta. Durante il viaggio di ritorno naufragò nel mare a largo di Taranto, venne fatto prigioniero e tenuto a lungo nelle carceri siciliane in condizioni disumane. Venne rilasciato solo nel 1801 al momento della riconquista napoleonica ma è un uomo malato e fortemente provato. Dopo un ultimo viaggio verso le Alpi, Dolomieu muorì nel novembre di quello stesso anno all’età di 51 anni.

La pietra funeraria di G.DE DOLOMIEU e famiglia nella sua città natale Dolomieu
La stele funeraria di G.DE DOLOMIEU e famiglia nella sua città natale Dolomieu

 

Bibliografia e immagini:

1. Dolomiti. La genesi di un paesaggio di V. Stingl e M. Wachtler, 1998

2. Dolomiti. La storia di una scoperta di M. Avanzini e M. Wachtler, 1997

 

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Sara ZaccaronSARA ZACCARON: Laureata in Beni culturali e Tecnico del Restauro. Sono un’appassionata di arte e storia con il pallino per il web e la comunicazione digitale. Mi affascina il mondo segreto delle rocce ma soprattutto le mille storie che lo abitano.

 

Pubblicato da Sara Zaccaron

Laureata in Beni culturali e Tecnico del Restauro. Sono un'appassionata di arte e storia con il pallino per il web e la comunicazione digitale. Mi affascina il mondo segreto delle rocce ma soprattutto le mille storie che lo abitano.