LA STRUTTURA DELLE VETTE FELTRINE (PRIMA PARTE)

Ciao a tutti!! Vi ricordate che ormai molto tempo fa, ci eravamo soffermati a parlare della tettonica della nostra zona? In seguito, abbiamo poi approfondito temi quali le pieghe e le faglie, inoltre, abbiamo introdotto alcuni concetti riguardanti l’Orogenesi Alpina. Bene, cosa ne dite se adesso facessimo un passo in più? Si tratterebbe, di mettere insieme quei concetti che abbiamo visto ed applicarli ad una zona ben definita e magari, aggiungere ancora qualcosa che ci permetta di avere una panoramica più completa. Come avrete già capito, parleremo di geologia strutturale, più precisamente della tettonica delle Vette Feltrine; avevamo già detto che le montagne situate alle nostre spalle altro non sono che che una grande anticlinale (vedi qui ), ma ora, vogliamo definire meglio questa particolare struttura, darle dei confini precisi e guardarla un po’ più da vicino. L’idea di fare questo articolo mi è venuta leggendo alcuni lavori riguardanti proprio le nostre Vette e allora, spinto da curiosità, ho deciso di “mettere insieme” quello che avevo letto, anche per cercare di avere una maggior visione d’insieme sull’argomento.

Un po’ di concetti

La geologia strutturale, si sa, è una materia abbastanza ostica, per cui a volte, può sembrare di difficile comprensione, inoltre si fa spesso riferimento a strutture molto grandi, ben al di sopra della percezione umana. Ecco allora che i concetti iniziano a diventare nebulosi e si dicono cose come: ” Faglie?? Ma qui non ne vedo! Dove sarebbero?” oppure similmente “dove sarebbe questo benedetto sovrascorrimento?”. Ma noi, cercheremo di aggiungere un mattone alla volta al muro che ci chiarificherà determinate cose. Ritorniamo adesso alle Vette Feltrine, ovvero un’anticlinale ( piega con la concavità rivolta verso il basso e con rocce più antiche al nucleo), generatasi in seguito alle spinte tettoniche della micro placca Adria su quella Europea . Come avevamo detto tutte le Alpi sono “cresciute” in seguito allo scontro tra placca Africana ed Europea, soffermiamoci adesso sulla zona di scontro… è un po’ riduttivo pensare che le rocce di quella zona si siano solamente piegate, esattamente come potrebbero fare due pacchi di fogli che vengono compressi l’uno contro l’altro. Mettendo la lente di ingrandimento sopra le montagne ci si accorge che molti indizi forniscono una spiegazione ben più complessa di quella vista sopra. Innanzitutto abbiamo capito che una catena montuosa nasce in seguito a forze compressive tra placche, i cui margini si deformano e si raccorciano. Dalle zone interne della catena, dove la deformazione è massima, si passa man mano alle zone esterne dove è minima o addirittura assente e verso l’esterno, i processi deformativi coinvolgono rocce sempre più superficiali. Ad esempio la catena Alpina, nella sua parte più interna ha rocce metamorfiche di derivazione profonda ed antiche, verso i margini della catena invece, le litologie coinvolte sono di origine sedimentaria e progressivamente sempre più recenti. Prendiamo la faccenda un po’ alla larga e vediamo diversi tipi di deformazione della crosta Terrestre, che ci torneranno utili in seguito. Generalmente ogni catena montuosa ha una sua polarità principale, questo vuol dire che esiste una direzione verso cui i sovrascorrimenti (particolari faglie che portano rocce più antiche sopra rocce più recenti) tendono, la polarità è detta vergenza della catena, le catene possono presentare una doppia vergenza se hanno una vergenza opposta a quella principale, ciò è reso possibile grazie alla presenza di retroscorrimenti, i quali sono in direzione opposta rispetto ai sovrascorrimenti. Dunque i sovrascorrimenti o thrust, sono dei tipi di faglia inversa che fanno in qualche modo risalire materiali profondi verso la superficie, ce li dobbiamo immaginare come delle grandi “spaccature” all’interno delle masse rocciose, lungo le quali le rocce si spostano relativamente. La deformazione, lungo i piani di sovrascorrimento è estremamente duttile in profondità ad alte temperature e ad alte pressioni, in questo tipo di ambiente si originano le falde che sono pieghe isoclinali (hanno un fianco molto più sviluppato rispetto all’altro) il cui lato inferiore si lacera durante la messa in posto, permettendo lo sviluppo di importanti piani di sovrascorrimento, le falde che caratterizzano la catena Alpina sono spesse al massimo 5 km. La zona più superficiale di una catena si comporta in maniera più fragile se è sottoposta a sforzi, qui il raccorciamento è in gran parte messo in atto da sovrascorrimenti (le spaccature) e non per piegamenti, che avvengono in un regime duttile. Le parti di catena dove domina il regime fragile sono note in letteratura come thrust belt o cunei di accrezione. Dovete immaginare tanti “pezzi” di crosta terrestre affastellati l’uno sopra l’altro, una sorta di cuneo di accrezione appunto, reso possibile grazie ai sovrascorrimenti, che separano le masse;questo processo si verifica in zone di collisione sia tra crosta continentale e crosta oceanica. I sovrascorrimenti possono esplicarsi attraverso diversi “stili”, vediamone alcuni:

EMBRICATE FAN: ventaglio embricato. Insieme di sovrascorrimenti che descrivono una geometria a ventaglio partendo da uno scollamento basale ( una parte, o strato della massa rocciosa di maggior debolezza lungo la quale si può propagare una frattura, es: strato di gesso). Gli scollamenti si trasmettono poi verso l’alto, con una pendenza maggiore (ramp) e si può notare una successione temporale degli stessi dal più antico al più giovane, rivolta verso l’interno o verso l’esterno della catena.

DUPLEX: Sovrascorrimento che si scinde in due sovrascorrimenti, uno basale ed uno sommitale, i due, si riuniscono poi in un flat. La parte inglobata tra le due faglie è chiamata horse, ha solitamente forma sigmoidale ed è possibile che dentro ad un duplex vi siano sovrascorrimenti minori. I fattori che controllano la geometria di un duplex sono l’angolo di ramp e l’altezza della serie coinvolta dalla deformazione, il rigetto di ogni sovrascorrimento e le distanze finali tra una faglia e l’altra.

SOVRASCORRIMENTO FUORI SEQUENZA: Linea che non segue le geometrie di un embricate fan o di un duplex, ma le taglia senza seguire una traiettoria tipica della struttura, generando così strutture molto complicate.

RETROSCORRIMENTI: Come detto prima, sono linee rivolte nel senso opposto alla generale vergenza del thrust belt, sono rivolti verso il nucleo e possono generare strutture dette a pop-up (che nel nostro caso hanno un’importanza fondamentale).

E’ importante, al fine del manifestarsi di uno stile piuttosto che di un altro, la distanza tra un sovrascorrimento e l’altro, la quale è funzione della resistenza al taglio di un particolare tipo di roccia. Quanto più una roccia è competente (resistente), maggiore sarà la distanza tra una faglia e l’altra.

 

Bene, oggi abbiamo introdotto dei concetti generali che ci saranno utili prossimamente, quando ci addentreremo nel “vivo” della nostra storia. Alla prossima!!

 

Bibliografia:

CARLO DOGLIONI, Elementi di Tettonica, Casa Editrice Il Salice, Anno Accademico 1993-94.

HAAKON FOSSEN, Structural Geology, seconda edizione,University Printing House, Cambridge CB2 8BS, United Kingdom, marzo 2016.

 

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Vittore PerenzinVITTORE PERENZIN: Geologo, appassionato di fossili e minerali.

Pubblicato da Vittore Perenzin

Geologo e appassionato di fossili e minerali.