Mondo Perduto. La fauna pliocenica e pleistocenica: Introduzione

Questo articolo nasce come introduzione molto libera, con pochi dati e molte supposizioni, insomma un articolo speculativo al 70%. Come ben scrissi nell’articolo sui ghiacciai pleistocenici, risulta difficile fare chiarezza sulla presenza faunistica tra pliocene e pleistocene, come fare dunque?

In aiuto vengono i ritrovamenti nelle prealpi o nella pianura padana, inutile dire che ci concentreremo nel periodo pleistocenico. Cosa succedeva? avevo scritto di un periodo dominato dai ghiacciai (per un approfondimento clicca qui), ciò è parzialmente vero, come ben ricordate parlai anche di fasi interglaciali, questi erano “brevi” periodi “caldi”, dove i ghiacci si ritiravano, le piante risalivano i versanti e dietro loro seguivano anche gli animali, sia erbivori che carnivori.

Panthera leo spelaea - ricostruzione di: Leogon on DeviantArt
Un leone delle caverne che preda una renna – ricostruzione di: Leogon

Ma prima? ormai facciamo un accenno al pliocene! il pliocene è un periodo che va dai 5,332 milioni di anni fa (Ma) ai 2,588 Ma. Questo periodo era caratterizzato da una progressiva diminuzione delle temperature, ma non fatevi ingannare, vi erano comunque 2-3° di media in più rispetto ad oggi! La linea di costa era totalmente diversa da oggi, la placca africana premeva verso l’europa condizionando l’innalzamento della crosta terrestre, specialmente dell’italia, di una decina di metri, in più il livello del mare era più alto. I biomi tipici erano la savana e la foresta tropicale. Del bellunese purtroppo non possiamo facilmente immaginare come fosse l’ambiente, i ghiacciai pleistocenici hanno completamente alterato il paesaggio, possiamo immaginare al massimo un paesaggio dominato da montagne dai pendii più dolci degli attuali e abitato sicuramente da una ricca fauna.

593 Adriatico nel Pliocene e Pleistocene
Italia pliocenica e pleistocenica

Nelle fasi interglaciali pleistoceniche l’ambiente era completamente diverso, ostile per certi versi, frane continue, laghi e paludi, temperature simili a quelle che oggi possiamo trovare in Siberia o nell’Alaska o il nord canadese, un ambiente in cui morire era facile se non si era ben preparati ed attrezzati, troviamo quindi animali massicci e con folte pellicce e la capacità di sopravvivere con le magre risorse (per quanto riguarda gli erbivori). C’era un fatto che condizionava maggiormente la vita di quel periodo, l’instabilità. Ogni stagione poteva essere l’ultima nelle valli per gli individui che vivevano nel territorio, quando iniziava una glaciazione i territori venivano completamente abbandonati e le popolazioni si spostavano verso la pianura padana (che allora giungeva all’altezza di Pescara).

Così concludo questo primo appuntamento, ci saranno a seguire altri 4-5 articoli, uno ogni 20-30 giorni. Saranno degli articoli dove seguiremo le abitudini, come fosse un documentario della BBC, di alcune creature di questo periodo. Nel primo appuntamento seguiremo una famiglia di orsi delle caverne che si risveglia dal letargo invernale nella zona della Val di Senaiga, una intensa lotta per la sopravvivenza nel tardo pleistocene 14.000 anni fa.

femmina di orso bruno con cucciolo
Femmina di orso bruno(Ursus arctos) con cucciolo – immagine da Buzzle

AUTORE:

Mattia CurtoMATTIA CURTO: Studente di Beni Culturali, indirizzo archeologico presso l’Università degli studi di Trento, socio del Fondaco per Feltre e cofondatore del gruppo Sass Ruis. Grande appassionato di archeologia e paleontologia.

Pubblicato da Mattia Curto

Studente di Beni Culturali, indirizzo archeologico presso l'Università degli studi di Trento, socio del Fondaco per Feltre e cofondatore del gruppo Sass Ruis. Grande appassionato di archeologia e paleontologia.