UN COCCODRILLO NEL CISMON

Un coccodrillo è stato ritrovato nel letto del Cismon, precisamente presso la località Ponte Serra. L’animale, ritrovato ed identificato dal geologo Danilo Giordano, è stato portato a Padova per poterlo studiare e proteggere.

TORNANDO SERI

Posizione indicativa
Posizione indicativa

In questo articolo parleremo effettivamente di un coccodrillo, ma di qualche milione di anni fa, nel giurassico superiore, precisamente del OXFORDIANO (tra i 161,2 ± 4,0 e 155,6 milioni di anni fa). Il ritrovamento risale al 1980, ad opera del citato geologo Danilo Giordano. Inutile dire che è stata una gran scoperta, ma di che coccodrillo si tratta? Ci sono molte varietà di questi rettili diapsidi, di lui sappiamo solo il genere: Steneosaurus sp. (“sp.” va ad indicare che non è nota la specie, ma solo il genere); questo coccodrillo viveva in ambienti marini litoranei, infatti, come scrive il geologo D. Giordano è inconsueto ritrovarlo nel Rosso Ammonitico, roccia che si forma il condizioni di mare aperto (ambiente pelagico). Viveva quasi prettamente in acqua, infatti i suoi arti si sono evoluti per aumentare l’efficienza durante il nuoto, tra le creature che andava probabilmente a cacciare, possiamo annoverare molte varietà di pesci, belemniti(lontani parenti delle seppie, polpi e calamari), seppie, polpi, qualche crostaceo e altri rettili marini; ovviamente nel loro ambiente vi erano anche le ammoniti, di cui il Rosso Ammonitico è un testimone della loro grande diffusione (per approfondire l’argomento sul giurassico nel feltrino e bellunese, clicca qui).

Ossa di Steneosaurus provenienti da Ponte Serra
Ossa di Steneosaurus provenienti da Ponte Serra

Il fossile dello Stenosaurus però non è ben pulito e quindi non è ancora ben leggibile, attualmente sono visibili 11 vertebre, 6 della regione toracico-sacrale, la prima e la seconda sacrali e tre vertebre caudali. Del bacino si sono parzialmente conservate e ancora poco visibili, si riconoscono l’ischio e l’ilio destro disarticolati. Ci sono delle placche dorsali capovolte.Molto altro non si può ancora dire di questa creatura, la cui determinazione non sarà del tutto confermata fintantoché rimarrà sigillata nel blocco di roccia; si spera, quindi, in una pulizia ed uno studio approfondito di questo antico abitante del Bacino Bellunese.

BIBLIOGRAFIA

BIZZARINI F., 1995 – Sui resti di coccodrillo del Rosso Ammonitico Veronese di Sasso di Asiago (Altopiano dei Sette Comuni, prealpi venete). Ann.Mus. civ. Rovereto, Sez.: Arch., St., Sc. nat., Vol. 11 (1995), pp 339 – 348. Rovereto

GIORDANO D., 1994 – Storia geologica del feltrino. In La parola alle rocce: minerali, fossili e ambiente feltrino. 7-56. Ed. Ippogrifo, Venezia.

SIRNA G., DALLA VECCHIA F.M., MUSCIO G. & PICCOLI G., 1994 – Catalogue of Paleozoic and Mesozoic Vertebrates and Vertebrate localities of the Tre Venezie area (North Eastern Italy). Mem. Sci. Geol., 46, 255-281. Padova.

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Mattia CurtoMATTIA CURTO: Studente di Beni Culturali, indirizzo archeologico presso l’Università degli studi di Trento, socio del Fondaco per Feltre e cofondatore del gruppo Sass Ruis. Grande appassionato di archeologia e paleontologia.

Pubblicato da Mattia Curto

Studente di Beni Culturali, indirizzo archeologico presso l'Università degli studi di Trento, socio del Fondaco per Feltre e cofondatore del gruppo Sass Ruis. Grande appassionato di archeologia e paleontologia.